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L’INSEDIAMENTO UMANO

Le informazioni sono tratte dal libro promosso dall’associazione di volontariato OaSì – Insieme per le valli APS dal titolo – “MONTEBELLO – à stìmi bèn insèn”  disponibile al link: https://www.amazon.it/dp/B0BPGGCRRX

LE ORIGINI

L’insediamento ha origini antiche. Si racconta fosse abitato da una famiglia nobile tal conte Martini. Fino alla metà del 900 si poteva osservare lo stemma araldico sopra al camino, i rosoni sulla porta e gli affreschi nelle stanze. Tommaso Molari nelle sue memorie sul castello racconta che il brigante Tommaso Rinaldi nel 1786 in fuga da Montebello inseguito dai birri accorsi da ogni parte, entra in un casolare detto di Migliarino e ivi cerca di fortificarsi riuscendo poi a fuggire con beffa e derisione dei nemici.

IL SECOLO SCORSO 

A Migliarino di Sopra vivevano le famiglie Canducci (13 persone) e Mancini (7 persone) e tutte se n’erano andate all’inizio degli anni 1960.

Nella foto c’è la famiglia Canducci nel 1946 a Migliarino di Sopra e sullo sfondo si vede Montebello dove salivano per andare a messa, per il commercio, la scuola, gli artigiani in un’ora di cammino veloce, a piedi scalzi o al massimo con gli zoccoli e mettevano le scarpe a Pian di Porto.
Le condizioni di vita a Migliarino di Sopra erano buone grazie a 70 tornature di terreno condotte a mezzadria in gran parte lavorato e parte a bosco con tanti alberi da frutta spontanei. 
La ricchezza più importante era la fonte di Buffiano con grande disponibilità d’acqua per le persone, le bestie e addirittura l’irrigazione di un orto bene esclusivo per quei tempi. 
Era l’unico borgo che poteva allevare i tori da riproduzione acquistati in maremma e portati a Migliarino a piedi in stalle moderne per quei tempi. I contadini venivano da tutti i borghi per la monta delle vacche. 

Quest’altra foto è scattata a Migliarino di sopra nel 1916 con la famiglia Canducci dove si riconosce il patriarca Luigi e la moglie Zanchi.

OGGI

 

LA FLORA E LA FAUNA

 

Le informazioni sono tratte dal libro promosso dall’associazione di volontariato OaSì – Insieme per le valli APS dal titolo:
Oasi di Torriana Montebello – Valore ed etica di un territorio

Zerinzia: Zerynthia cassandra

foto: Wikipedia

Questo magnifico lepidottero Papilionidae presenta un ciclo biologico monovoltino e strettamente legato alla pianta nutrice del bruco (Aristolochia rotunda, A. spp.). Legato alle praterie umide dove la presenza della pianta è maggiore è stato oggetto in passato di cattura a fini di collezionismo e nel presente minacciato dalla perdita degli habitat. Inserito come specie “VULNERABILE” nella red-list Europea, nell’ Oasi era maggiormente presente in passato.

Orchidea screziata: Neotinea tridentata

foto: Bagli

 

Comune e non selettiva rispetto all’habitat, in Valmarecchia si distribuisce dalla media collina ai rilievi interni su suoli calcarei e arenacei in posizioni in genere esposte. In Oasi Torriana-Montebello è possibile rinvenirla nelle pertinenze fluviali, in aree collinari presso prati arbustati, anche rocciosi e degradati, lungo carraie, scarpate e banchine stradali.

Poiana comune: Buteo buteo

foto: Gabriele Girini

Specie sedentaria, comune e diffusa in tutta Europa.  La poiana si nutre generalmente predando piccoli mammiferi, rettili, anfibi, insetti e anche bruchi. In inverno si nutre anche di carogne.  Costruisce il proprio nido di rami su alberi ma sono utilizzati anche sporgenze e picchi rocciosi. Predilige ambienti forestali e boschivi intervallati da ambienti aperti a vegetazione erbacea. La sua presenza in Oasi è un buon indicatore ambientale occupando la nicchia ecologica di predatore dominante.

Picchio rosso maggiore: Dendrocopos major

foto: Gabriele Girini

 

Il picchio rosso maggiore è una specie stanziale, occupa aree forestali di ogni tipo ed ha una dieta molto varia in quanto è grado di estrarre semi dalle pigne e larve di insetto dall’interno degli alberi. Questo uccello crea il proprio nido in cavità scavate in alberi sia vivi che morti.  Questi nidi negli anni successivi verranno utilizzati da numerose specie di uccelli per riprodursi o ripararsi; per questo il picchio rosso maggiore ricopre in un importante ruolo ecologico.

Artemisia caerulescens subsp. cretacea

foto: Actaplantarum

Questa particolare Asteracea, nota di cinque regioni Italiane è presente nell’ Oasi di Torriana-Montebello unicamente negli ambiti più aridi delle aree calanchive; dove risulta essere una delle poche entità vegetali in grado di colonizzare tali ambienti particolarmente aridi e salati.

Herophila tristis

Coleottero appartenente alla tribù dei Phrissomini, confondibile con altri appartenenti alla stessa tribù. La larva si nutre soprattutto a spese di radici di alcune piante erbacee. Nell’ oasi più volte osservata nelle aree calanchive.

I VIDEO

I video sono realizzati dall’associazione OaSì – insieme per le valli attraverso l’attività dei soci per il monitoraggio della fauna con l’utilizzo delle fototrappole sul territorio.