L’INSEDIAMENTO UMANO
Le informazioni sono tratte dal libro promosso dall’associazione di volontariato OaSì – Insieme per le valli APS dal titolo – “MONTEBELLO – à stìmi bèn insèn” disponibile al link: https://www.amazon.it/dp/B0BPGGCRRX
LA CELLINA
L’incrocio che da Rontagnano immette sul sentiero per Monte Matto è protetto dalla celletta, difficile anche da vedere nascosta com’è dalla vegetazione. È costruita con i mattoni, conserva ancora la bella immagine della Madonna col bambino e resiste pur con difficoltà al vento che la spinge di lato.
Le cellette erano diffuse in tutta la Romagna, chiamate con nomi diversi (maestà, tabernacoli, edicole, Madonnine …) costruite dai privati come gesto di devozione, ex voto o a ricordo di una persona cara scomparsa.
Generalmente venivano poste sugli incroci delle strade (spesso infestati dagli spiriti!!?) per mettere i viandanti sotto la protezione della Madonna a cui le cellette erano dedicate.
Nelle campagne di Montebello ce n’erano cinque, oggi ne restano tre e sarebbe un bel gesto salvarle.
Attorno a Rontagnano c’erano altri 10 piccoli nuclei abitati che avevano nel palazzo il punto di riferimento per la vita sociale.
Il primo nucleo che si incontrava salendo da Pian di Porto era Ca di Dando sul lato sinistro della via Rontagnano, l’antica strada con un doppio filare di querce secolari che collegava Montebello con l’alta valle del Marecchia. La casa era stata abitato per ultimo dalla famiglia Renzetti e oggi è ridotta a un cumulo di macerie.
SENTIERO DI CRINALE
Il sentiero guarda a sud il versante sul Marecchia, a ovest il rio Morsano col fosso della Rupina e unisce alture in passato importanti per la produzione di legname venduto sui mercati di Rimini e Santarcangelo. Il fosso della Rupina era interamente coltivato e ricco di alberi da frutto spontanei, pere, mandorli, noci, susine resistenti alle malattie e conservate per molti mesi.
IL FOSSO DELLE ACQUE SALATE
Nel fosso della Rupina c’è una località allora coltivata chiamata Abissinia con una sorgente chiamata fosso delle acque salate e le famiglie di Rontagnano raccoglievano l’acqua salata che usciva dalla sorgente per tutti gli usi di cucina.
Le informazioni sono tratte dal libro promosso dall’associazione di volontariato OaSì – Insieme per le valli APS dal titolo:
Oasi di Torriana Montebello – Valore ed etica di un territorio
Gruccione: Merops apiaster
Migratore inconfondibile, lo si può notare in Oasi Torriana-Montebello da metà primavera (fine aprile, inizio maggio). Il gruccione ha vividi colori; il volo planato, il lungo becco ricurvo e le ali appuntite son molto evidenti anche a grande distanza. Questo uccello è molto gregario e nidifica anche in grosse colonie, si ciba di insetti alati che cattura in volo (vespe, bombi, api, coleotteri e libellule). In Oasi è conosciuto il sito di nidificazione del Monte della Costa dove scava dei buchi sulla parete argillosa per ricavare il nido. Il suo nemico naturale è rappresentato dal falco pellegrino.
Falco pellegrino: Falco peregrinus
Specie stanziale, il falco pellegrino è un abile cacciatore in grado di attaccare anche le prede a mezzaria. Contrariamente a quanto si crede non è in grado di volare in orizzontale a velocità importanti, ma in picchiata è in grado di raggiungere anche i 300 chilometri all’ora. Si nutre esclusivamente di altri uccelli, ma può occasionalmente cibarsi anche di vertebrati ed insetti. La specie nidifica in zone rocciose (rupi, faraglioni) e dal nido la coppia può coprire grandi distanze solo per cacciare. La durata delle cova dura poco più di 30 giorni e può prevedere in media 3/4 uova
Barbone adriatico: Himantoglossum adriaticum
È una delle più grandi orchidee del panorama floristico Italiano, l’Imantoglosso è specie inconfondibile sia per le dimensioni sia per la particolare forma allungata del labello.
Fioritura primaverile e predilige praterie aride.
Vipera: Vipera aspis francisciredi
Serpente non particolarmente lungo, normalmente 50-70 cm, frequenta una grande varietà di ambienti da quelli più aridi a quelli più umidi. Normalmente diurna ma con una certa frequenza notturna soprattutto nelle giornate estive più calde. La vipera si serve del veleno per cacciare e predigerire le sue prede (micromammiferi, sauri e occasionalmente piccoli uccelli e anfibi) e assai raramente per difendersi. Per un ottimale stato di conservazione la specie esige ambienti con un discreto numero di prede e di rifugi, perciò la semplificazione degli habitat (disbosco, taglio delle fasce ecotonali, sfalcio dei prati, bonifiche, ecc.), contribuisce a creare una minaccia.
Lupo appenninico: Canis lupus italicus
Il lupo italico è il più grande predatore dei nostri territori; occupando il vertice estremo delle catene alimentari svolge un ruolo estremamente importante nella selezione e nel contenimento delle sue prede (cinghiale, capriolo e altri mammiferi).
Per una concomitanza di fattori legata all’uomo, in Italia, la popolazione si ridusse a poche decine di esemplari, ma grazie all’opera di tutela iniziata negli anni ’90 la popolazione si è espansa arrivando a oggi ad occupare svariati habitat.
Capriolo: Capreolus capreolus
In Oasi Torriana-Montebello la sua presenza è accertata dagli habitat che questo ungulato predilige: boschi di latifoglie con sottobosco fitto, inframmezzati da radure e zone cespugliose, sia con territorio collinare sia pianeggiante. Ricopre un importante ruolo ecologico in quanto fa parte della catena alimentare del lupo.
Ragno granchio: Misumena vatia
Il Ragno granchio dei fiori è in grado di mutare il colore (attraverso le mute) in base alla colorazione del fiore dal quale caccia all’agguato. È in grado di catturare grossi insetti volanti che paralizza mediante il morso, non pericoloso per l’uomo.
I VIDEO
I video sono realizzati dall’associazione OaSì – insieme per le valli attraverso l’attività dei soci per il monitoraggio della fauna con l’utilizzo delle fototrappole sul territorio.
OaSì APS – Insieme per le valli. Uniti per la difesa dell’area dell’Oasi di Torriana e Montebello.
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