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L’INSEDIAMENTO UMANO

Le informazioni sono tratte dal libro promosso dall’associazione di volontariato OaSì dal titolo:  “MONTEBELLO – à stìmi bèn insèn” disponibile al link https://www.amazon.it/dp/B0BPGGCRRX

PIAN DI PORTO (Pianpòrt) era una delle “porte” d’ingresso a Montebello dove la gente proveniente da Rontagnano poteva lavarsi i piedi scalzi in una pozza che manteneva l’acqua per molti mesi all’anno e metteva le scarpe ai piedi senza paura di sporcarle o peggio rovinarle, su una strada più agevole rispetto ai sentieri infangati che avevano appena lasciato alle spalle.

Pian di Porto aveva due case, una abitata della famiglia Forcellini l’altra con due famiglie Canducci e un fienile posto sull’altro lato della strada come si vede dalla rara immagine a fianco.

La gente di Pian di Porto disponeva di parecchio terreno fino al fosso della rupina condotto a mezzadria coltivato a grano, fieno, vigna, ulivi, le bestie col macello per il macellaio di Montebello, non se la cavavano male ed erano rimasti fino all’inizio degli anni ‘60.

 
Le famiglie Canducci di Pian di Porto a metà del secolo scorso.

 

LA FLORA E LA FAUNA

 

Le informazioni sono tratte dal libro promosso dall’associazione di volontariato OaSì – Insieme per le valli APS dal titolo:
Oasi di Torriana Montebello – Valore ed etica di un territorio

Riccio comune: Erinaceus europaeus

foto: Riccardo Santolini

 

Attivo soprattutto al crepuscolo e di notte, durante il giorno rimane nel suo nido posto sul terreno. Va in letargo da ottobre ad aprile. Ha una dieta piuttosto varia composta da insetti, lumache, lombrichi, ragni, scorpioni, rettili ed anfibi; non disdegna di mangiare anche piccoli mammiferi, soprattutto topi.Si accoppia tra maggio e settembre con generalmente una sola nidiata: dopo circa un mese di gestazione nascono 4-6 piccoli.  Nonostante il “mantello” di aculei che gli offre una buona protezione, anche i ricci hanno i loro nemici naturali rappresentati prevalentemente da gufi e tassi.

Upupa comune: Upupa epops

foto: Gabriele Girini

 

Migratore delle aree temperate, in Italia arriva alla fine di marzo per poi nidificare in vecchi buchi d’albero o negli anfratti di rocce, le uova vengono deposte alla fine di aprile e i primi di maggio. Uccello inconfondibile, il piumaggio è bruno roseo, coda e ali a grosse barre nere e bianche, lunga cresta erettile terminata di nero, becco curvo e lungo. Si nutre principalmente su terreno aperto e si alimenta principalmente di grilli, coleotteri, larve e bruchi di varie specie, oltre a formiche cavallette. Predilige zone boscose ma aperte (frutteti, parchi, ecc.).

Ramarro: Lacerta bilineata

foto: Gabriele Girini

 

Specie termofila, attiva soprattutto nel periodo primaverile estivo. In questo lasso di tempo avviene anche l’accoppiamento. Il ramarro occidentale è un predatore opportunista, potendosi nutrire di una vasta gamma di animali, anche piccoli vertebrati; tuttavia, la maggior parte delle prede è costituita da invertebrati terrestri. Nel territorio di Torriana-Montebello il ramarro è ben rappresentato in diversi habitat, osservato sia nei querceti termofili, sia nelle aree rappresentate dai calanchi. In generale il ramarro occidentale risente della degradazione degli ecosistemi. Pur essendo una specie predatrice è a sua volta predato da diverse specie come per esempio dal Biacco.

Biancone: Circaetus gallicus

foto: Gabriele Girini

 

Aquila caratteristica di medie dimensioni con il corpo color chiaro. Il Biancone è una specie migratrice che nidifica in Europa meridionale e centro orientale. Frequenta zone aride e aperte, in Oasi Torriana-Montebello lo si può notare che sorvola soprattutto le aree calanchive in cerca delle sue prede; prevalentemente serpenti e lucertole, ma anche topi.  La tecnica di caccia è aerea, facendo lo  “spirito santo”  spesso a grandi altezze e quando individua la preda, compie una rapida picchiata per ghermirla. Lo si può notare anche su posatoi quali alberi, rocce tralicci ed altri simili.

Chlorophorus trifasciatus

foto: Wikipedia

 

Questa bellissima boraginacea adorna con le sue precoci fioriture gli aspetti territoriali più umidi delle zone dei calanchi e fornendo altresì un importante contributo alle api e ad altri insetti pronubi.

 

I VIDEO

I video sono realizzati dall’associazione OaSì – insieme per le valli attraverso l’attività dei soci per il monitoraggio della fauna con l’utilizzo delle fototrappole sul territorio.