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L’INSEDIAMENTO UMANO

L’INSEDIAMENTO UMANO

Le informazioni sono tratte dal libro promosso dall’associazione di volontariato OaSì – Insieme per le valli APS dal titolo – “MONTEBELLO – à stìmi bèn insèn”  disponibile al link: https://www.amazon.it/dp/B0BPGGCRRX

 

LAZZARETTI

Al lato del sentiero in mezzo ai rimboschimenti degli anni ‘60 c’è un cumulo di rovine difficilmente distinguibili in mezzo alla vegetazione e ai rovi che li sommergono e non si trova traccia neppure nelle cartografie. 

Quella era la “psiòun de prìt” (il podere del prete) con la casa dove all’inizio degli anni ‘40 viveva la famiglia Raggini e poco lontano dalla casa, una ragazza morì per lo scoppio di una bomba inesplosa nel dopoguerra.

Durante i lavori di aratura dei campi trovavano molto spesso delle ossa umane sepolte, tanto che non ci facevano neppure più caso, si limitavano a raccoglierle, metterle sotto la loggia coperta della casa e ogni tanto le portavano all’ossario sulla piazzetta della chiesa di Montebello. 

Nella rara foto di metà 1900 si vede l’insediamento con due edifici.

 

Per svelare il mistero delle ossa sepolte ci viene in aiuto Ignazio Lombardini nel suo “Montebello di Romagna” quando racconta di una parrocchia esistente a Montebello prima del 1773 che riportiamo integralmente:

“Parrocchia di Sant’Andrea verso Fanbùn nella località detta ’e Plein nel podere della chiesa chiamato I Lazzaretti (è fama che lì funzionasse un lazzaretto con rispettiva cappella durante i tempi di epidemia)”.

Sotto il dominio dei Marchesi di Bagno, se non addirittura dei Malatesta, poteva essere del tutto naturale la necessità di un lazzaretto e quello poteva essere un luogo adatto, su un terreno di proprietà della chiesa, isolato da altri insediamenti e nel mezzo delle fortificazioni di Montebello e Saiano. 

 

Ancora esiste traccia delle antiche grotte scavate nel tufo, sicuramente utilizzate come rifugio durante i bombardamenti su Montebello del 24 settembre 1944 ma da queste è meglio stare alla larga.

 

LA FLORA E LA FAUNA

 

Le informazioni sono tratte dal libro promosso dall’associazione di volontariato OaSì – Insieme per le valli APS dal titolo:
Oasi di Torriana Montebello – Valore ed etica di un territorio

Rigogolo: Oriolus oriolus

foto: Gabriele Girini

 

Il maschio si distingue piuttosto bene grazie al suo giallo brillante con ali e coda nere. La femmina invece ha una colorazione verde-giallo con ali e coda scure, le parti inferiori sono striate di grigio chiaro. Frequenta parchi fittamente alberati e boschi di latifoglie, raramente si vede volare in spazi aperti.  Si nutre principalmente di insetti e di piccoli invertebrati. Nidifica spesso in prossimità dell’acqua, il nido è facilmente riconoscibile in quanto viene costruito all’incrocio di due o più rami dove viene ancorato ed al centro invece rimane sospeso come a formare una specie di amaca.

Orchidea fior di specchio:

Ophrys bertolonii, subsp. bertolonii

foto: Bagli

 

Come la maggior parte delle orchidee appartenenti al genere ophrys la sua impollinazione è legata a specifici insetti (apoidei solitari, Andrena spp.).
La pianta misura dai 15 ai 40 cm circa, le foglie inferiori sono riunite a rosetta mentre quelle superiori sono erette e avvolgono il fusto. Fiorisce da marzo a giugno, predilige pascoli magri, cespuglieti, terreni sassosi su suoli calcarei asciutti e poco umidi.

Tasso europeo: Meles meles

foto: Wikipedia

 

Il tasso ha abitudini notturne, preferisce i boschi di latifoglie o misti, alternati da zone aperte, cespugliate, sassose ed incolte. In Oasi è ben presente, si tratta di una specie ecologicamente molto adattabile e proprio per questo può abitare anche in aree agricole dove siano presenti limitate estensioni di vegetazione. Questo mustelide ha una dieta onnivora (lombrichi, chiocciole, ghiande, frutta, tuberi…).

Lepre: Lepus europaeus

foto: Gabriele Girini

 

La lepre predilige ambienti aperti come praterie, incolti e boschi (principalmente di latifoglie e ricchi di sottobosco) ma con l’espandersi dell’agricoltura ha trovato una condizione ideale anche nelle zone coltivate. Predilige sia le zone pianeggianti sia quelle collinari, ha un comportamento prudente e sospettoso, possiede un udito e olfatto piuttosto sviluppati. Questo lagomorfo è attivo al crepuscolo e nelle ore notturne, mentre di giorno se ne sta al riparo nella vegetazione. La sua dieta è esclusivamente erbivora costituita da piante erbacee, frutti e funghi. Viene predata principalmente dal lupo e soprattutto dalla volpe.

Luscengola: Chalcides chalcides

foto: Wikipedia

 

Questo Scincidae è osservabile soprattutto su praterie non troppo aride (Mesobrometi), prediligendo zone con altezza dell’erba adeguata alla sua mimetizzazione e alla ricerca delle prede abituali costituite soprattutto da invertebrati che caccia a livello del terreno. Le prime ore del mattino sono l’ideale per fare un incontro con questo particolare Sauro in quanto in primavera e in estate usa i primi raggi solari per la termoregolazione ed è possibile avvicinarsi maggiormente all’ animale senza farlo scappare.

Cyrtaspis scutata

foto: Massimiliano Fabbri

 

Questo ensifero con abitudini notturne è uno dei pochi ortotteri che trascorrono l’inverno allo stadio di adulto. Specie mediterranea. Predilige la parte più interna dei querceti.

I VIDEO

 

I video sono realizzati dall’associazione OaSì – insieme per le valli attraverso l’attività dei soci per il monitoraggio della fauna con l’utilizzo delle fototrappole sul territorio.