L’INSEDIAMENTO UMANO
Le informazioni sono tratte dal libro promosso dall’associazione di volontariato OaSì dal titolo: “MONTEBELLO – à stìmi bèn insèn” disponibile al link https://www.amazon.it/dp/B0BPGGCRRX
FONTEBUONA
Nella prima metà del 1900 a Montebello e nelle case delle campagne vivevano oltre 1000 persone.
L’unico rubinetto dell’acqua per il paese era fuori dalla porta d’ingresso vicino alla casa dell’Albina alimentato da un deposito di raccolta dell’acqua piovana costruito sulle mura del castello.
Nelle campagne, la gente si arrangiava con qualche piccola sorgente che si esauriva nei mesi caldi e qualche deposito di raccolta.
Le sorgenti perenni erano tre in tutto il territorio di Montebello, Buffiano, Fontebuona e la Fontaccia. La gente si prenotava e faceva lunghi percorsi a piedi o col biroccio per potere prendere quella che serviva, col massimo di due damigiane a famiglia e a nessuno veniva negata la possibilità perché l’acqua era di tutti.
A Fontebuona “Fanbùn” scendevano le donne di Montebello per fare il bucato a turno nei due lavatoi, per alleviare la fatica del lungo percorso di ritorno stendevano i lenzuoli lavati sui boschetti attorno per farli scolare e pesare di meno, ma il sentiero rimaneva sempre duro.
Oggi la grande casa vicina abitata dalla famiglia Paganelli è ridotta in macerie.
Anche gli antichi lavatoi sono dimenticati sotto i rovi dove è difficile vedere anche i resti. forse non costerebbe troppo dare una ripulita per farli diventare un punto di riflessione sull’uso dell’acqua e quanto sia preziosa.
Ancora esiste traccia delle antiche grotte scavate nel tufo, sicuramente utilizzate come rifugio durante i bombardamenti su Montebello del 24 settembre 1944 ma da queste è meglio stare alla larga.
Le informazioni sono tratte dal libro promosso dall’associazione di volontariato OaSì – Insieme per le valli APS dal titolo “Oasi di Torriana Montebello – Valore ed etica di un territorio”
Martin pescatore: Alcedo atthis
E’ una specie stanziale. Questo volatile inconfondibile misura 16 cm, ha un volo diritto e rapidissimo.
Le sue parti superiori sono blu e verde smeraldo brillanti, gola e macchia al collo bianchi, il corpo è raccolto e presenta ali e coda corte. Strettamente legato alla vita acquatica, si nutre di piccoli pesci, avannotti ed insetti, questi ultimi destinati sopratutto ad alimentare i propri piccoli. Ricava il proprio nido scavando cavità su argini terrosi in prossimità di specchi o corsi d’acqua.
Tritone punteggiato italiano
Lissotriton meridionalis
Più piccolo del tritone crestato, questo Salamandridae è in grado di adattarsi anche a piccole pozze d’acqua o a corsi di esigua portata e a lento scorrimento, nonché ai piccoli biotopi acquatici costituiti da abbeveratoi o vasche di accumulo di acqua. La sua presenza in acqua è generalmente limitata al periodo riproduttivo che termina in tarda primavera, dopo del quale attraversa una fase terricola. Come per altri anfibi il suo status in territorio è in declino a causa della progressiva perdita di habitat. Status IUNC “ IN DIMINUZIONE “
Granchio d’acqua dolce: Potamon fluviatile
Il granchio di d’acqua dolce è specie a distribuzione mediterranea, presente in pochi piccoli corsi d’acqua e minacciato dalla perdita dei suoi habitat. Inquadrato come “ VULNERABILE” nella red-list Europea. E’ stata trovata una piccola popolazione dentro l oasi di Torriana-Montebello.
Falco pecchiaiolo: Pernis apivorus
Questo rapace migratore, tipico visitatore estivo delle foreste di quasi tutta Europa, è simile alla poiana e differisce da questa per le ali più strette, coda più lunga e testa più piccola (simile a quella di un piccione). In Oasi è presente dalla primavera fino a tutta l’estate, predilige come habitat radure e margini dei boschi, si nutre principalmente di larve di vespa e di api. Nidifica su alberi e depone nella tarda primavera.
Orchidea scimmia: Orchis simia
E una delle orchidee più belle del panorama floristico dell’Oasi.
Il nome della specie deriva dalla particolare forma del labello somigliante ad un primate.
Fiorisce tra aprile e giugno su terreni magri.
Hemaris fuciformis
Questo splendido sfingide è in regressione in tutte le regioni italiane.
Avvistato e fotografato nell’oasi (M. Fabbri, 2015), dove il bruco si nutre soprattutto di Lonicera spp mentre l’adulto visita soprattutto i fiori di Echium e Ajuga.
I VIDEO
I video sono realizzati dall’associazione OaSì – insieme per le valli attraverso l’attività dei soci per il monitoraggio della fauna con l’utilizzo delle fototrappole sul territorio.
OaSì APS – Insieme per le valli. Uniti per la difesa dell’area dell’Oasi di Torriana e Montebello.
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